domenica 3 aprile 2016

Progetto Powercrop, il Consiglio di Stato respinge il ricorso dell'azienda!

Il Consiglio di Stato dà ragione a Provincia di Arezzo e Comune di Castiglion Fiorentino sulla vicenda riguardante il progetto Powercrop.
L'azienda, come ricorderete, si era opposta alla sentenza del TAR che, respingendo il ricorso presentato dall'azienda stessa, aveva sostanzialmente avallato il No espresso dall'Ente Provinciale sul giudizio di compatibilità ambientale, passaggio fondamentale per garantire un seguito al progetto stesso.
E' stata quindi confermata anche in seconda istanza la correttezza del procedimento amministrativo, come pure le contestazioni di tipo sostanziale che erano state il risultato anche di un procedimento di inchiesta pubblica in cui erano stati direttamente coinvolti i cittadini.
"Il Consiglio di Stato", scrive in una nota il Comune di Castiglion Fiorentino, "ha posto in evidenza che il carattere essenziale del procedimento di VIA consiste nella valutazione dell'impatto che il progetto può produrre sui vari elementi dell'ambiente rispetto ai quali l'utilità socio-economica dello stesso non può che essere recessiva e che, comunque, in sede di Via sono indubbiamente emersi seri motivi ostativi sotto il profilo ambientale, rilevando, tra l'altro, l'insussistenza dei presupposti per qualificare l'area di Ca' Bittoni quale area degradata e l'assenza nel progetto di elementi atti a superare le criticità in materia di sostegno agricolo".
La nota continua ribadendo che "Sono stati, pertanto, ritenuti corretti i pareri negativi resi dalla Regione Toscana e dalla Sopritendenza, nonchè la classificazione dell'area nel PTC provinciale, nel Piano Strutturale e nel Regolamento edilizio Comunale.
In sostanza, il Consiglio di Stato ha confermato l'inidoneità dell'area di Ca' Bittoni alla realizzazione della centrale".
Giovedì 31 Marzo 2016 20:47

giovedì 20 agosto 2015

Incontro fra gruppi consiliari, amministratori e vertici aziendali: no alle biomasse

Un incontro preliminare voluto dall'Amministrazione Comunale tra i vertici del Gruppo Maccaferri/PowerCrop/Seci ed i Capogruppo in Consiglio Comunale, Luca Fabianelli, "Libera Castiglioni", Luigi Bittoni, "Democratici per Castiglioni" e Giuseppe Mazzoli del "Partito Comunista dei Lavoratori.
Un incontro che non ha visto alcuna variazione tra le posizioni delle parti rispetto al progetto per la realizzazione di una centrale a biomasse in Località Cà Bittoni O IN QUALUNQUE ALTRO SITO del territorio comunale.
L'Amministrazione Comunale ha, infatti, ribadito il suo secco no al progetto e di contro la PowerCrop, rappresentata dall'Ing. Raimondo Cinti, non ha manifestato alcuna intenzione di ritirare il ricorso presentato al Consiglio di Stato per ribaltare il verdetto del TAR.
A questo proposito l'Amministrazione Comunale ha già dato mandato ai suoi legali di opporsi al suddetto ricorso.
Durante l'incontro è stata anche presa in esame l'area dell'ex zuccherificio, 100 ettari di terreno ormai in abbandono.
Per quell'area il regolamento urbanistico ha definito un'apposita "area programma" di valenza strategica sulla quale c'è stato il confronto con l'Amministratore Delegato di Seci Immobiliare, Giuliano Montagnini.
La giunta comunale si è detta disponibile a valutare dei progetti purché sostenibili e compatibili con la natura del territorio della Valdichiana. Dovranno essere PROPOSTE TOTALMENTE ALTERNATIVE a quelle che fino ad oggi l'azienda ha presentato.
Un particolare interesse è stato rivolto anche alla bonifica dell'area industriale preesistente sulla quale l'Amministrazione Comunale fin da subito ha dedicato la propria attenzione.
Le parti si sono dette disponibili ad aprire un tavolo tecnico su ipotesi di riconversione sulla vecchia area industriale.
"Come promesso, anche questa volta informiamo puntualmente e in maniera capillare i castiglionesi su tutto il percorso che l'Amministrazione Comunale intraprende sulla vicenda dell'ex zuccherificio".

Comune di Castiglion Fiorentino - venerdì 17 Luglio 2015 23:57

mercoledì 13 agosto 2014

La centrale a biomasse di Castiglion Fiorentino e le Istituzioni Pubbliche: lavori in corso…
E’ dalla chiusura dello stabilimento saccarifero di Castiglion Fiorentino che l’Associazione Tutela Valdichiana (al tempo “Comitato Tutela Valdichiana”) segue attivamente la vicenda, adoperandosi alacremente per scongiurare l’insediamento di un mega impianto industriale a biomasse nel cuore della Valdichiana.
Al punto in cui siamo non si può che esprimere piena soddisfazione per come la vicenda si è evoluta, soprattutto grazie al lavoro di tanti cittadini e delle Istituzioni coinvolte.
Il tavolo si è infatti ribaltato: da un primo avallo dato all’impianto dall’Amministrazione di Paolo Brandi (già con la sottoscrizione dell’Accordo nel 2007), si è arrivati ad un parere negativo unanime alla VIA espresso da tutte le Istituzioni presenti.
Ma vi è dell’altro. Nel tempo, come ci conferma la recentissima conferenza stampa del Sindaco Agnelli di Castiglion Fiorentino, questa vicenda ha avuto la capacità di accomunare ed unire tutti gli schieramenti politici.
Il NO a questo progetto è stato infatti pronunciato dagli appartenenti a tutte le compagini politico/partitiche dell’Amministrazione comunale di Castiglion Fiorentino con un forte e pubblico plauso, al riguardo, da parte dello stesso Consigliere di opposizione Mazzoli, da sempre strenuo oppositore dell’impianto.
Una rivincita per la nostra Associazione che dalla Amministrazione Brandi di quegli anni veniva costantemente accusata di fare “terrorismo psicologico”.
Ci dovremmo quindi piuttosto chiedere se, dato lo stato attuale delle cose, la nostra non fosse piuttosto lungimiranza mentre quella di “Brandi & C.” miopia. Ma quel tempo è passato, per la fortuna di tutti.
Adesso ci sentiamo, da questo punto di vista, ben più e meglio rassicurati sul piano locale.
Grazie alla presenza di “nuove”, o rinnovate, Istituzioni locali che hanno saputo ascoltare il territorio ed interpretare i bisogni di un’intera vallata: dall’Assessore Gallorini della precedente Amministrazione – che ha svolto con assoluta serietà e competenza il durissimo lavoro in seno alla Conferenza dei servizi – alle altre Istituzioni presenti in Conferenza, come Provincia di Arezzo, Regione Toscana, Comune di Arezzo, Soprintendenza, ASL ed Arpat; fino all’attuale Amministrazione comunale di Agnelli, che intenderà continuare con fermezza e determinazione tale dura battaglia, adesso anche giudiziale, nella consapevolezza che lo sviluppo sostenibile non potrebbe esistere sotto le torri di un inceneritore. A questa vanno di necessità i nostri migliori auguri ed il nostro sostegno.
Un plauso ancora particolare anche ai Sindaci della Valdichiana, compatti nel confermare la loro contrarietà all’impianto, anche con il coordinamento e l’azione svolta dal Comune di Marciano della Chiana.
Una valle intera che sodalizza e rafforza un proposito di sviluppo compatibile, senza coloriture o bandiere di partito: con il solo obiettivo del bene comune.
Per un’Associazione come la nostra, non vi è miglior canto da ascoltare.
C’è solo un piccolo cruccio. Peccato che, nonostante gli sforzi profusi da tanti noi cittadini e dalle Istituzioni pubbliche del territorio (la Provincia di Arezzo, gli stessi Sindaci della Valdichiana ed il Comune di Castiglion Fiorentino), la miopia della vecchia Amministrazione Brandi sia stata oggi sostituita dalla sordità di Governo nazionale e Parlamento, che con un vero e proprio colpo di mano dell’ultimo minuto tenterebbe di passare sopra la testa di un territorio vasto come la Valdichiana (pezzetto non indifferente del c.d. “Made in Tuscany”).
Peccato che il Parlamento pensi di farlo con cinque righe in una norma nell’appena convertito d.l. competitività: come se queste cinque righe scritte a Roma potessero spazzare via il passato ed il futuro di una Valle.
E peccato ancor più che si sia appreso, di tale proposito, dalla stampa oppure seguendo incessantemente le vicende parlamentari via internet, tramite il coordinamento dei comitati No-PowerCrop.
Ancora la Valdichiana non ha avuto, a tutti i livelli, il rispetto e la considerazione che merita: ma anche su questo stiamo lavorando…
Associazione Tutela Valdichiana, il Presidente Gianni Mori

venerdì 26 luglio 2013

Termovalorizzatore San Zeno come Falascaia? Interrogazione urgente al sindaco Fanfani

“Appena preso servizio nel gennaio 2002 presso l’impianto di Falascaia, un responsabile di stabilimento, gli aveva detto chiaramente che esisteva una modifica del Sistema Monitoraggio Emissioni (portata con sé come esperienza dell’Impianto di termovalorizzazione dell’Aisa di Arezzo e messa in atto da uno degli addetti); mediante la quale potevano essere modificati i dati delle emissioni misurate al camino, attivabile dai capi turno accedendo ad una maschera software tramite la password BOSS”. Sono queste le dichiarazioni rilasciate da alcuni tecnici che nel luglio del 2011 sono stati condannati dal tribunale di Lucca per manomissione ed alterazione dei valori riguardanti la qualità dell’aria nella zona dell’inceneritore di Falascaia (impianto chiuso nel 2008).

La vicenda è stata riportata alla luce dai consiglieri di Sinistra per Arezzo, M5S, Idv e Sel che, durante il consiglio comunale, hanno presentato una interrogazione urgente al sindaco per chiedere se l’amministrazione comunale fosse o meno al corrente di queste dichiarazioni rilasciate durante il processo di Lucca.
Fanfani: “passerò le carte alla Procura”
Se quanto affermato nell’interrogazione si rivelasse corrispondente al vero, saremmo di fronte ad un fatto estremamente grave. E oggi stesso informerò la Procura della Repubblica delle notizie rese note nel corso della seduta del Consiglio comunale. La gravità delle ipotesi è tale che, forse, sarebbe stata necessaria una verifica preliminare a San Zeno. Sulla base di quanto è stato esposto in aula, nessun aretino è tra gli imputati nel processo di Lucca e il collegamento sarebbe rappresentato da alcuni tecnici che avrebbe operato in entrambi gli impianti. Forse non è molto per stabilire un’equazione nei metodi di gestione dei due impianti. Sarà fatta, comunque, ogni verifica nell’interesse prioritario ed assoluto della salute dei cittadini”
Il testo integrale dell’Interrogazione urgente in merito al processo d’incenerimento di rifiuti solidi urbani ed assimilati agli urbani.
CONSIDERATO:
 il fatto che ci sia pervenuta – in forma del tutto anonima e tramite posta – copia di un Procedimento Penale instaurato presso la Procura della Repubblica di Lucca, conclusosi con Sentenza irrevocabile comunicata al PG in data 12.4.2011 e con la quale sono state comminate diverse condanne per dolosa alterazione di dati delle emissioni di inquinanti in uscita dall’impianto d’incenerimento di Falascaia a Pietrasanta (Lu);
 che i reati commessi risultano essere di particolare ed inaudita gravità – ai fini della salvaguardia della salute pubblica – poiché riguardano la sistematica e reiterata alterazione – prima manuale poi tramite software di monitoraggio in continuo delle emissioni – dei parametri di CO (Monossido di Carbonio) COT (Carbonio Organico Totale) nonché di NOx (Ossidi di Azoto) e SOx Ossidi di Zolfo);
 che detta manomissione di dati – esercitata ad un livello tale che i valori registrati di CO, COT, NOx e SOx risultassero ben 10 volte inferiori a quelli misurati e quindi effettivi – si è protratta fino al 2008;
 che detto termovalorizzatore, anche a causa di quanto suindicato (ma non solo, poiché risultano attualmente in corso altre indagini per sversamento di acque inquinate da diossina in un torrente limitrofo) è stato posto sotto sequestro giudiziario e di fatto spento;
 che, in un passaggio delle dichiarazioni rese da un Capo Impianto, si legge testualmente: “Appena preso servizio nel gennaio 2002 presso l’impianto di Falascaia, l’Ing. —omissis—, Responsabile di Stabilimento, gli aveva detto (ndr al capo impianto) chiaramente che esisteva una modifica del Sistema Monitoraggio Emissioni (portata con sé come esperienza dall’impianto di termovalorizzazione dell’AISA di Arezzo e messa in atto da —omissis—), mediante la quale potevano essere modificati i dati delle emissioni misurate al camino, attivabile dai capi turno accedendo ad una maschera software tramite la password BOSS”;
 che, in un altro passaggio delle dichiarazioni rese questa volta dal suddetto Responsabile di Stabilimento Ing. —omissis—, si legge: “Prima di operare a Falascaia aveva prestato consulenza tecnica sull’impianto di Arezzo San Zeno per 2/3 anni. Alcuni capi turno dell’impianto di Arezzo avevano prestato servizio a Falascaia nel primo periodo di avviamento.”;
RITENUTO:
 doveroso e opportuno provvedere alla consegna del materiale summenzionato – incombenza alla quale abbiamo immediatamente adempiuto – alla Procura della Repubblica di Arezzo, affinché essa possa valutarne i contenuti ed i riferimenti ivi riportati;
PRESO ATTO
 che la pratica di sistematica e dolosa alterazione dei dati degli inquinanti in uscita era invalsa anche in altri impianti a suo tempo di proprietà del Gruppo —omissis—, in particolar modo (ma non solo) a Brindisi e Vercelli;
CONSIDERATO:
 che le apparecchiature in uso del sistema S.M.E. (Sistema Monitoraggio Emissioni) utilizzate dagli impianti di San Zeno e di Falascaia appaiono simili (Analizzatore FT-IR marca ABB. Sistema di prelievo/trasporto per analisi FT-IR; Misuratore di portata marca DURAG mod. DF-L100; Analizzatore MultiFid 14 per COT; Analizzatore di polveri marca DURAG mod. DR 300-40);
VISTA
 altresì la preoccupazione – nostra, dei comitati e della cittadinanza – che scaturisce dal sostanziale mancato coinvolgimento tecnico/scientifico del Dr. Saverio Caini (epidemiologo da essi stessi prescelto nel 2011 a tutela della loro salute e nominato nel ruolo dal Comune di Arezzo) nel Progetto Europeo LIFE +, del quale sono stati predisposti tutti i protocolli necessari per concludere le azioni sanitario/epidemiologiche e per il quale sono stati fatti campionamenti sulle matrici aria e suolo, senza la sua attiva partecipazione in qualità di esperto di parte;
RITENUTO
 perciò necessario formulare la presente interrogazione – senza con questo voler alludere o intendere alcunché a carico delle precedenti o attuali gestioni di AISA – ma solo perché essa è un’azienda partecipata del Comune di Arezzo che esercita la delicata funzione di gestione del ciclo integrato dei rifiuti, comprensiva ancora dell’impianto di termovalorizzazione di San Zeno;
I sottoscritti consiglieri comunali interrogano il Sindaco e la Giunta:
1. L’Amministrazione è a conoscenza del Procedimento Penale di cui trattasi, all’interno del quale – in via del tutto incidentale – viene effettuato un “collegamento” con l’impianto d’incenerimento AISA di Arezzo?
2. L’amministrazione è a conoscenza o può verificare se tecnici (ingegneri o altri) nel passato sono transitati prima da AISA e poi occupati a Falascaia?
3. Quali sono le apparecchiature utilizzate – attualmente, nonché in passato e fino a quale data – da AISA per il sistema S.M.E.?
4. L’Amministrazione è in possesso o può reperire – esibendoli ai consiglieri – i fogli excel validati da ARPAT relativi ai dati semiorari monitorati dal Sistema di Monitoraggio in continuo alle Emissioni inerenti la linea d’incenerimento di San Zeno, a far data dal 2002?
5. L’Amministrazione è a conoscenza della mancata installazione e per quale motivo, da parte di AISA, di un rilevatore della radioattività eventualmente presente tra i rifiuti in ingresso all’impianto (prescritto dalla Delibera della GRT n. 272 del 2008)?
6. L’Amministrazione è a conoscenza del mancato utilizzo e per quale motivo, da parte di AISA, dei campionatori automatici delle diossine e dei furani (prescritti dalla Delibera della GRT n. 272 del 2008 )?
7. L’Amministrazione è a conoscenza della mancata adozione e per quale motivo, da parte di AISA, di uno strumento per la misurazione in continuo della concentrazione di mercurio nei gas di combustione al camino?
8. L’Amministrazione non ritiene opportuno – vista la sua adesione al LIFE + – intervenire presso il soggetto capofila del progetto europeo, al fine di un pieno, effettivo e sostanziale coinvolgimento tecnico/scientifico del Dr. Saverio Caini, comprensivo anche di un minimo riconoscimento economico?
Gianni Mori Roberto Barone Marco Tulli Daniele Farsetti Lucio Bianchi
Capogruppo Capogruppo Capogruppo Consigliere Capogruppo
Sinistra per Arezzo Italia dei Valori SEL Movimento 5 Stelle Movimento 5 Stelle

domenica 23 giugno 2013

Iniziativa Popolare Rifiuti Zero

“La proposta di Legge Rifiuti Zero ed il nuovo Piano Regionale Rifiuti”

Circolo ACLI di San Zeno, VENERDI' 28 GIUGNO ore 21.00

relazione di Fabio Lucchesi, Coordinatore della Rete Toscana per la Legge d'Iniziativa Popolare Rifiuti Zero
intervento di Gianni Mori, Presidente Associazione Tutela Valdichiana

Intervenite numerose e numerosi...tutte e tutti potrete prendere la parola!

mercoledì 23 gennaio 2013

Gianni Mori: la centrale porterebbe in breve tempo all’esaurimento della produzione alimentare

Ho letto molto attentamente l’intervento del prof. Pierluigi Rossi (al quale fa eco la lettera aperta dell’Osservatorio per la Tutela e la Valorizzazione della Valdichiana) e non posso che sottoscriverlo pienamente.
Provo ora ad apportare ulteriori elementi di approfondimento che possano rappresentare un punto di partenza affinchè le nostre posizioni arrivino nelle sedi competenti (la Regione Toscana in questo caso) in modo da poter legiferare nei confronti delle energie rinnovabili.
Infatti, come Associazione Tutela Valdichiana, nel convegno al Planet del 11 Gennaio 2011, sottoscrivemmo un appello, insieme ad altre Associazioni Ambientaliste, per la regolamentazione dell’installazione a terra, in terreni agricoli, dei pannelli fotovoltaici che stavano deturpando il paesaggio e sottraendo nuovo terreno agricolo alla sua originaria vocazione.
Ottenemmo piena soddisfazione a riguardo, ma, per motivi che possono essere imputabili soltanto a interessi economici, la legge risultava essere uno stralcio ad un ordinamento più vasto che avrebbe dovuto intervenire nei confronti delle energie rinnovabili a tutto tondo comprendendo, pertanto oltre il fotovoltaico anche il solare termico, l’eolico e le biomasse.
A riguardo è importante tenere presente, come cornice di riferimento, che le biomasse, all’interno delle energie rinnovabili, possono apportare un piccolo contributo in quanto la resa energetica a mq, confrontata alle altre “macchine solari” (solare termico, solare fotovoltaico, eolico) è nettamente inferiore.
Occorre anche tener presente che questo tipo di produzione di energia è, diversamente dalle altre rinnovabili, facilmente “sfruttabile” dall’uomo, che le ha sempre utilizzate (in modo particolare per scaldarsi e cucinare).
Oggi, facilitato nella produzione, raccolta e sfruttamento dall’aiuto delle macchine che utilizzano fonti fossili per funzionare, l’uomo viene illuso (soprattutto attraverso gli incentivi pubblici), che le biomasse possano rappresentare una soluzione valida e sostenibile nella necessaria e urgente riconversione energetica.
Queste tecnologie sono nate per soddisfare esigenze puntuali all’interno di singole aziende agricole o limitrofe e consorziate, utilizzando materiali di scarto, integrati, se necessario, con piccole produzioni dedicate, ricavate da terreni marginali e poco produttivi.
Sempre e comunque è necessario lo sfruttamento del calore prodotto (cogenerazione), in quanto la sola produzione di energia elettrica porta a rendimenti irrisori (ca.35%).
Oggi, paradossalmente, è incentivata la produzione di energia elettrica che ha snaturato l’uso delle biomasse; infatti con questo schema si perde il principale vantaggio di questo tipo di energia rappresentato dalla produzione, al bisogno, di calore.
Il sistema odierno porta, al contrario, ad un uso permanente della risorsa (scollegato dalla vera necessità – si produce calore anche d’estate!!) e finalizzato alla maggior produzione elettrica possibile per incamerare i relativi incentivi.
Il paradosso concreto al quale si assiste con questa impostazione di fondo è la costruzione di mega-centrali a biomasse.
Un esempio toscano a questo modello è rappresentato dalla riconversione dell’ex-zuccherificio di Castiglion Fiorentino che con le sue 51,5 Mwter, ipotizzate nel progetto, rappresenta il maggior scempio pensabile per un territorio agricolo di pregio come la Valdichiana e non solo.
La competizione che si viene a creare tra produzione alimentare e energetica (nell’esempio di Castiglion Fiorentino sono necessari ca. 25.000 ettari coltivati a girasole – tutta la produzione regionale attuale – più 10.000 tonnellate di mais) porterebbe in breve tempo all’esaurimento del terreno necessario alla produzione alimentare umana e zootecnica.
Il bilancio di CO2, nelle mega-centrali, è sempre negativo per l’incidenza che hanno nel processo i trasporti, la meccanizzazione della produzione, l’utilizzo dei fertilizzanti e diserbanti chimici e il consistente fabbisogno di acqua.
L'utilizzo delle biomasse potrebbe essere utilmente promosso, con gli opportuni accorgimenti, sopra indicati, per la riduzione delle emissioni, per l'utilizzo dei sottoprodotti di alcune colture agricole e per le colture legnose: un significativo numero di bacini montani soffrono di pericolosi dissesti che potrebbero essere convenientemente ridotti con una accurata gestione del patrimonio forestale.
In conclusione: no alla centrale a biogas di Castiglion Fibocchi, no alla mega-centrale di Castiglion Fiorentino, no alla centrale a biomasse, in fase di autorizzazione a Rigutino, nell’area artigianale, no a tutti quegli impianti che, come ben spiegato dal prof. Rossi, sono soltanto investimenti altamente remunerativi per i proponenti.
Si ad una rapida legislazione Regionale che sani il vuoto normativo e culturale nei confronti dell’energie rinnovabili.
Gianni Mori